Abstracts

Thessaloniki-Bitola: Public versions of the Macedonian History in two statues of King Philip II, by Andreas P. Andreou e Kostas Kasvikis
One of the many public transformations of academic history occurs through its visual representation in the public space taking the form of historic sculpture, memorial monuments and national parks. Public monuments, by deriving their content and inspiration from academic history, transform and diffuse historical meanings and memory to wider sections of the community. This paper focuses on two public monuments of King Philip II (the father of Alexander the Great) that were erected  in Thessaloniki (Greece) in 1993 and Bitola (FYROM) between 2009-2011 and are related to the public uses of the history of ancient Macedonia in the context of the emergence of the Macedonian issue during the ‘90s. The two statues of King Philip II are examined as places of historical memory with specific commemorative and symbolic values, as public manifestations and reconstructions of national memory, as attempts at political manipulation and as fields of conflict between different groups concerning the form and the modes of representing the symbolic value of the past.
Keywords: public monuments, public history, ancient Macedonia, King Philip II, nationalism

Salonicco-Bitola: le versioni “pubbliche” della Storia Macedone attraverso due statue di Re Filippo II
Una delle tante trasformazioni in forma pubblica della storia accademica avviene attraverso la sua rappresentazione visiva nello spazio pubblico sotto forma di scultura storica, monumenti commemorativi e parchi nazionali. I monumenti pubblici, derivando il loro contenuto e la loro ispirazione dalla storia accademica, trasformano e diffondono significati storici e la loro memoria a fasce più ampie della popolazione. Questo saggio si concentra su due monumenti pubblici dedicati al re Filippo II (padre di Alessandro Magno) che sono stati eretti a Salonicco (Grecia) nel 1993 e a Bitola (Macedonia) tra il 2009 e il 2011. I due monumenti sono legati all’uso pubblico della storia dell’antica Macedonia con l’emergere della questione macedone durante gli anni ’90 del XX secolo. Le due statue di re Filippo II sono esaminate come luoghi di memoria storica con specifici valori commemorative e simbolici, come manifestazioni pubbliche e ricostruzioni di memoria nazionale, come tentativi di manipolazione politica e come campi di conflitto tra i diversi gruppi riguardanti la forma e le modalità di che rappresenta il valore simbolico del passato.
Parole chiave: public history, monumenti, Antica Macedonia, Re Filippo II, nazionalismo

 

The Macedonian Question in the 1950s: Public History, Politics and Historians in Greece and People’s Republic of Macedonia, di Konstantinos Katsanos
The establishment of the People’s Republic of Macedonia signalled a new phase in the development of the Macedonian Question. Here, in this particular Yugoslavian Republic, the procedure of the structuring of the Slav-Macedonian National Identity started. Public History played an important role in this procedure. The patriotic organisations, the scientific institutions and the Press popularised the history of the new Nation. In much the same manner, the Macedonian Question constituted a preferred area of engagement for similar institutions and organisations of Northern Greece. With the active solidarity of the Palace, the central Government and the northern Greek political and intellectual elite, these organisations contradicted the Bulgarian and Slav-Macedonian arguments concerning the Macedonian Question. The individuals who starred in this procedure were, in their majority, refugees who had resided in both countries in the previous periods. For these refugees, the defense of the history of Macedonia was the only field where they could find the justification and ethical satisfaction that war and diplomacy had deprived them of.
Keywords: Macedonian Question, Greek-Yugoslav Relations, Public History, Politics

La questione macedone negli anni Cinquanta: public history, politici e storici in Grecia e nella Repubblica Popolare di Macedonia
La nascita della Repubblica Popolare di Macedonia ha segnato una nuova fase nello sviluppo della questione macedone. È proprio in questa Repubblica Jugoslava che si è avviato il processo di strutturazione dell’identità nazionale slavo-macedone. Ed è in questo processo stesso che la Public History ha svolto un ruolo importante. Le organizzazioni patriottiche, le istituzioni scientifiche e la stampa hanno divulgato la storia della nuova nazione. Più o meno allo stesso modo, la questione macedone è stata fra gli oggetti preferiti di dibattito per le istituzioni e le organizzazioni affini della Grecia settentrionale. Con la complicità del “Palazzo” (il governo centrale e le élites politiche e intellettuali del nord) questi diversi soggetti ribattevano agli argomenti bulgari e slavo-macedoni in merito alla questione macedone stessa. Coloro che hanno avuto un ruolo in questo “copione” sono stati, soprattutto, i rifugiati che avevano vissuto in entrambi i paesi nei periodi precedenti. Per questi persone, la difesa della storia della Macedonia ha rappresentato l’unico ambito in cui avrebbero potuto trovare quella giustificazione o soddisfazione etica che la guerra e la diplomazia aveva loro negato.
Parole chiave: questione macedone, relazioni greco-jugoslave, Public History, politica

 

Remembering the Greek Resistance: Politics of Memory, Reconciliation and Oblivion, di Eleni Paschaloudi e Giorgos Antoniou
For most European countries, immediately following the end of World War II Resistance against the Axis became a unifying and patriotic past. Governments in Italy, Belgium, The Netherlands, France  – even Austria – referred to this past in order to enhance national unity and avoid civil strife. This never occurred in Greece. Rather than glorifying or celebrating the contribution of Resistance movement to defeat the Nazi occupation, as happened in the rest of Europe, Greek Resistance was conflated with the left wing forces that were defeated in the brutal civil war that ensued. The Greek Resistance, in fact, was officially recognized by the socialist government only in 1982. This paper examines the various forms the discussion on the Resistance took into the Greek Parliament and the clientelistic networks that emerged from the process of war reparations and pensions given to the Resistance veterans. What kind of resistance memory this process produced? How was the subsequent civil war narrated within and outside the parliament? What was the relation between memory oblivion and historical truth in the Greek Forties?
Keywords: Greek Resistance, War Reparations, Resistance Veterans, Political discourse, Public discourse,

Ricordare la Resistenza Greca: politiche della memoria, della pacificazione e dell’oblio
Per la maggior parte dei paesi europei, subito dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale, la Resistenza contro l’Asse simbolizzò  un passato unificante e patriottico. I governi di Italia, Belgio, Paesi Bassi, Francia – persino dell’Austria – si riferivano a questo passato per rafforzare l’unità nazionale e di evitare conflitti civili. Al contrario, in Grecia, questo non è mai avvenuto: invece di onorare o celebrare il contributo del movimento  resistenziale per sconfiggere l’occupazione nazista, la Resistenza greca fu sommariamente confusa con le forze della sinistra che uscirono sconfitte nella brutale guerra civile che ne seguì. A testimonianza di ciò basti ricordare che la Resistenza greca è stata ufficialmente “riconosciuta” dal governo socialista solo nel 1982. Questo articolo, esaminando le varie forme che il dibattito sulla Resistenza assunse nel parlamento greco e le reti clientelari emerse dal processo delle riparazioni di guerra e delle pensioni concesse ai veterani della Resistenza, si interroga su quale tipo di memoria della Resistenza, abbia prodotto questo processo. su quale sia  stata la narrazione della successiva guerra civile sia dentro che fuori il parlamento. Su quale sia stato  il rapporto tra l’oblio della memoria e la verità storica negli anni Quaranta greci?
Parole chiave: Resistenza Greca, riparazioni di guerra, veterani della Resistenza, discorso politico, discorso pubblico

 

Goldhagen, the “New Wave” and “Debates on History”: Aspects and Terms of Public History in Germany and Greece, di Stratos Dordanas
When in 1996 Goldhagen’s book (Hitler’s Willing Executioners. Ordinary Germans and the Holocaust) was also published in German it provoked heated discussion that soon turned into an intense controversy. A leading role in creating the conditions under which the discussion would take place on Goldhagen and all that he supported in his book was taken on by the newspapers and television. In turn, major research centres collected and evaluated this experience of how a historical controversy was mediated by the mass media and transferred to the public. The paper attempts to take a comparative approach to the ‘traditions’ that are being consolidated in Germany and in Greece around the “Debates on History” and their public dimension. The Greek case is used as a comparison to the corresponding dialogue between the “old” and the “new wave” conducted through the channels of Public History, with WWII and its traumatic memories as background.
Keywords: “Goldhagen Controversy”, Holocaust, Public History, Academic History

Goldhagen, la “New Wave” e il “Dibattito sulla Storia”: aspetti e limiti della Public History in Germania e in Grecia
Quando nel 1996 il libro di Goldhagen (I volonterosi carnefici di Hitler. I tedeschi comuni e l’Olocausto, Milano, Mondodori, 1997) fu tradotto e pubblicato in lingua tedesca provocò un’accesa discussione che presto si trasformò in una polemica scatenata. Giornali e la televisione ricoprirono un ruolo di primo piano nel creare le condizioni in cui si svolse la querelle su Goldhagen e tutto quanto sostenuto nel suo libro. A sua volta, i principali centri di ricerca analizzarono questa esperienza: come una polemica di carattere storico veniva mediata e trasferita al pubblico dagli stessi mass media. L’articolo adotta un approccio comparativo nei confronti delle “tradizioni” consolidate in Germania e in Grecia sui “Dibatti sulla Storia” e la loro dimensione pubblica. Il caso greco è usato come confronto con il corrispondente dialogo tra il “vecchio” e il “new wave”, condotto attraverso i canali della Public History, con la Seconda Guerra Mondiale e i suoi ricordi traumatici come sfondo.
Parole chiave: “Polemica Goldhagen”, Olocausto, Public History, Storia Accademica

 

Public History and the Issue of Torture Under the Colonels’ Regime in Greece, di Kostis Kornetis
Torture studies is a distinct field of analysis and representation of the coercive experience of the seven years of the Colonels’ dictatorship of 1967-74. Not surprisingly, the intense interest in the experience of torture sparked a publishing boom of testimonies in Greece proper in the early years of Metapolitefsi. This intense interest in the experience of both perpetrators and victims was relatively quickly atrophied in the dictatorship’s immediate aftermath. Forty years after the coup, the question came back to the forefront by a number of published or republished memoirs, scholarly studies, but also fictional novels and documentaries. The latter category will be the focus of this article as an exponent of public history of torture. It is primarily this new cultural output that put the emphasis back to trauma, in lieu of the more nostalgic and bittersweet aspects of the Greek Sixties that had dominated public history until the late 2000s. The present article focuses on a novel, a novella, a graphic novel, a documentary film and an autobiographic memoir that managed to stir the waters of historiography and boost the public interest in this controversial issue.
Keywords: Torture, Public History, Representation, Trauma, Interrogation, Memory

La Public History e la questione della tortura durante il regime dei Colonnelli
Gli studi sulla tortura rappresentano un campo distinto di analisi e rappresentazione dell’esperienza coercitiva dei sette anni di dittatura dei Colonnelli (1967-1974).Non sorprende che il forte interesse per le esperienze di questo tipo di violenza abbia scatenato un boom editoriale di testimonianze nella Grecia dei primi anni della “Metapolitefsi”. Questo intenso interesse per il vissuto sia dei carnefici che delle vittime però si consumò in maniera rapida all’indomani della dittatura. Quarant’anni dopo il colpo di stato, la questione è tornata alla ribalta grazie a una serie di memorie pubblicate o ripubblicate, studi accademici, ma anche a romanzi e documentari. Quest’ultima categoria sarà al centro di questo articolo come elemento rappresentativo della Public History sulla tortura. È soprattutto questa nuova produzione culturale che è tornata a mettere l’accento su questo trauma, in luogo degli aspetti più nostalgici e agrodolci degli anni Sessanta greci che avevano dominato la storia pubblica fino alla fine degli anni 2000. Il presente articolo si concentra su un romanzo, una novella, un fumetto, un film documentario e un libro di memorie autobiografiche che sono  riusciti a smuovere le acque della storiografia e aumentare l’interesse pubblico in una questione assai controversa come quella delle torture.
Parole chiave: Tortura, Public History, Rappresentazione, Traumi, Interrogatori, Memoria

 

“National-populists” vs “Nation-nihilists”: the public controversy over the 6th grade history textbook “In the Modern and Contemporary Times” (2006-7), di Harris Athanasiades
The paper offers an account of the public debate that broke out upon the introduction of the 6th grade history textbook In the Modern and Contemporary Times in 2006. This particular textbook — a collective project led by the historian Maria Repousi —became the object of a fierce political and ideological conflict that reached its climax in 2007. The yearlong confrontation was marked from the outset not only by the typical interventions of intellectuals and the official announcements of institutional agencies, but also by vulgar, albeit highly influential, skirmishes between journalists on TV and citizens over the internet. Following the parliamentary elections of September 2007, the textbook was withdrawn by governmental decree in clear violation of the established procedures. I point out that (a) the problem was neither the pedagogical appropriateness nor the historical accuracy of the textbook, but its capacity to forge national consciousness and (b) the opponents’ front cut across the whole spectrum of the political forces and ideological affiliations. I argue that unless our point of view shift from the left/right to the western/anti-western perspective, the debate becomes unintelligible.
Keywords: Public History, History of Education, textbook, Public debate

“Populisti nazionalisti” contro “Nichilisti della Nazione”: la polemica sul libro di testo per le scuole medie inferiori Tempi Moderni e Contempornei
L’articolo offre un resoconto sulle polemiche scoppiate nel 2006 in concomitanza con l’adozione nelle scuole medie inferiori del libro di testo di storia Tempi moderni e contemporanei. Questo manuale – un progetto collettivo guidato dalla storica Maria Repousi – è diventato oggetto di una pazzesca polemica politica e ideologica che ha raggiunto il suo culmine nel 2007. Lo scontro, durato un anno, è stato segnato, sin dall’inizio, non solo dai consueti interventi di intellettuali e le prese di posizione ufficiali delle Istituzioni, ma anche da grossolane schermaglie tra giornalisti in tv e tra cittadini su internet. In seguito alle elezioni parlamentari del settembre 2007, il libro di testo è stato ritirato con un decreto governativo in palese violazione delle procedure stabilite. Faccio notare che (a) il problema non era né l’adeguatezza pedagogica né l’accuratezza storica del libro di testo, ma la sua capacità di forgiare la coscienza nazionale e (b) il fronte di coloro che ritenevano il libro inadeguato, divideva trasversalmente l’intero arco delle forze politiche a prescindere dalle diverse affiliazioni ideologiche. Io sostengo che il dibattito risulti incomprensibile, a meno che il nostro punto di vista non passi da una prospettiva sinistra/destra a quella occidentale/anti-occidentale.
Parole chiave: Public History, Storia dell’educazione, Libri di testo, Dibattito pubblico

 

Viral histories: Historical culture on Greek digital networks, di Mitsos Bilalis
The paper focuses on the study of contemporary Greek historical culture, attempting to investigate the particular ways in which Greek society deals with the Past in order to confirm, re-arrange or even deconstruct the available historical narratives about this Past. To that end, specific digital mechanisms (social networks, information portals, blogs…), developed on Greek cyberspace during the last decade, are researched. This choice is not an arbitrary one, given the fact that some of the most critical mutations of contemporary Greek historical culture could be traced within the aforementioned digital structures. More specifically, this paper argues that Greek ‘e-Public History’ is organized on the basis of new politics of the Past, emerged within the broader cultural arenas of “digital capitalism”. It also suggests virality as a critical aspect of this kind of politics: perceiving contemporary Greek historical culture as a viral one, the paper is trying to revisit some of the most important issues in contemporary Greek public history.
Keywords: Public History, Internet, Contemporary Greece, Viral Politics.

Storie virali: cultura storica sulle reti digitali greche
Questo contributo si concentra sullo studio della cultura storica greca contemporanea, cercando di indagare le forme con cui la società greca affronta il proprio passato al fine di confermare, riorganizzare o anche decostruire le narrazioni storiche disponibili sullo stesso. A tal fine, sono stati analizzati social network, portali di informazione, blog sviluppati nel cyberspazio greco nel corso dell’ultimo decennio. Questa scelta non è stata arbitraria, dato che alcune delle mutazioni più critiche della cultura storica greca contemporanea può essere rintracciata all’interno delle suddette strutture digitali. In particolare si ipotizza che la e-Public History greca è organizzata sulla base di nuove politiche del passato emerse all’interno delle vaste arene culturali proprie del “capitalismo digitale”. Considerando la cultura storica greca contemporanea come virale, vengono analizzate alcune delle questioni più importanti della sua storia pubblica contemporanea, suggerendo come il concetto di viralità rappresenti un aspetto critico di questo tipo di politica.
Parole chiave: Public History, Internet, Grecia contemporanea, Politiche virali.

 

Grassroots Oral History groups in times of crisis, di Tasoula Vervenioti
In the midst of the “Greek” crisis grassroots oral history groups are mushrooming throughout the country, while in Greek universities there is still no academic department of Oral History. All members of these groups are volunteers, most of them with post-secondary education. After a short training they begin to collect oral testimonies. Oral history groups function in a domain interstitial between academic and public history. In 2012 the Oral History Association was established that provides a forum for their activities. This paper will demonstrate that many Greeks during the economic, political, social and cultural crisis felt the need to turn to, and indeed to come to terms with, their past; they tried to move beyond the heroic hegemonic narrative of the last decades and to invent another in order to cope with their everyday life, which becomes increasingly frightening to vulnerable citizens. The evolution of oral history groups in Greece is at this moment a privileged site for field research on the new social dynamics created by the crisis in a society which is changing rapidly.
Keywords: Oral History, Public History, Grassroot, economic crisis, Greece

I gruppi di base di storia orale
Nel bel mezzo della crisi “greca”,  gruppi di base di storia orale si sono moltiplicati in tutto il paese, mentre nelle università greche non c’è ancora un dipartimento di Storia Orale. Tutti i membri di questi gruppi sono volontari e la maggior parte di loro ha un istruzione universitaria. Dopo un breve formazione cominciano a raccogliere testimonianze orali. I gruppi di storia orale operano in un dominio interstiziale tra la storia accademica e quella pubblica. Nel 2012 si è costituta un’Associazione di Storia Orale che fornisce un forum per le loro attività. Questo articolo dimostra come molti greci, durante la crisi politica, sociale e culturale, abbiano provato il bisogno di rivolgersi, e anzi di venire a patti con il loro passato; come abbiano tentato di andare oltre l’egemonica narrazione eroica degli ultimi decenni per inventarne un altro che permettesse loro di far fronte al quotidiano, diventato sempre più incerto e scoraggiante per i cittadini più indifesi. L’evoluzione dei gruppi di Storia Orale in Grecia in questo momento offre un punto di vista privilegiato per la ricerca sul campo di nuove dinamiche sociali create dalla crisi in una società in rapido cambiamento.
Parole chiave: storia orale, public history, gruppi di base, crisi economica, Grecia

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