«Non è un caso se “Ricerche Storiche” accoglie un monografico come quello che qui si propone. Nel corso di un convegno sulla didattica della storia promosso dalla Giunta Centrale per gli Studi storici e dal Coordinamento delle Società storiche, Walter Panciera, in sede di dibattito, auspicava che la didattica della storia uscisse dall’ambito delle riviste specializzate per approdare ad una rivista di storia generale. “Ricerche Storiche”, caratterizzata da un’apertura pioneristica ai temi della public history e della comunicazione della storia ha promosso, insieme ad altre istituzioni, una prima occasione di riflessione su gender e public history, accogliendo poi con convinzione il progetto delle curatrici di questo numero.
Mentre questa introduzione era in corso di stesura, il Coordinamento delle Società storiche interveniva sulle prove di maturità e reclamava una restituzione di ruolo alla storia; quindi, con un ulteriore documento, Donne e storia delle donne nelle prove di maturità, evidenziava la contraddittorietà del quadro odierno, contraddittorietà che vale qui la pena riprendere e discutere. Per un verso, forte è il protagonismo delle donne nei media (con il ricorrere di nomi come quello di Greta Thunberg o Carola Rackete), protagonismo che costituirebbe, argomenta il documento citato, “il segno manifesto di importanti trasformazioni dei ruoli all’interno delle società”; dall’altra, si registrano “episodi sempre più inquietanti di sessismo e di discriminazione di genere, a prova di una radicata e diffusa cultura misogina e omofoba”. Sono parole sulle quali poco c’è da eccepire, anche se un’analisi attenta dei contenuti dei media suggerisce di analizzare questo protagonismo anche alla luce di come viene rappresentato e comunicato: sorprende, per esempio, che la nomina di Ursula von der Leyen a presidente della Commissione europea, così come quella di Christine Lagarde al vertice della Banca centrale, siano ancora salutate da importanti quotidiani italiani come ascesa di “donne di ferro” o “donne d’acciaio”, segno del bisogno di sottolineare sempre l’eccezionalità delle donne che ottengono un riconoscimento pubblico.
Davanti alle tante manifestazioni di misoginia e di sessismo, la scuola è chiamata ad assumere un impegno forte. È urgente che bambini e bambine, ragazzi e ragazzi, siano sostenuti in un processo di acquisizione di consapevolezza della differenza di genere e di ruoli costruiti ed attribuiti loro dalle società nella storia, aiutati in un percorso di maturazione di un sapere critico. Così, attualmente, non è, e certamente non aiuta che il gender sia oggetto di un confronto così aspro…» (Aurora Savelli).
Il fascicolo si chiude con la rubrica “Discussioni e Ricerche” che contiene i contributi di Valerio Giannattasio, Cuba 1959: un anno di rivoluzione attraverso gli occhi della diplomazia italiana; Leila El Houssi, Verso una civiltà universale. Il viaggio di Senghor in Italia nel 1962; Gianni Silei, Da teppisti a Ultras: Calcio e tifo violento in Italia dal secondo dopoguerra alla fine degli anni Settanta.