Da ‘cimitero delle ossa’ a Pantheon della rimembranza: un contributo alla musealizzazione del cortile Galli Tassi nell’ospedale di Santa Maria Nuova a Firenze, di Esther Diana
The Cortile Galli Tassi is now a historical place within the hospital of Santa Maria Nuova in Florence. Originally constructed as a Bone Cemetery in the early fourteenth century, its architecture changed during the centuries without losing its original meaning of ‘place of remembrance’. This significance was further emphasized after an inheritance received in 1868 by Count Galli Tassi Angiolo to whom a small temple was dedicated. The building – designed by the architect Angiolo Caprilli – was completed in 1873 and led to the reorganization of the surrounding environment as a Memorial Pantheon of the hospital benefactors. The analysis of historical sources allows the reconstruct the image of the place before tampering in the sixties and seventies of the twentieth century.
Keywords: Angiolo Galli Tassi; Santa Maria Nuova hospital; funerary sculptures; places of remembrance.
Il Cortile Galli Tassi è oggi luogo storico all’interno dell’ospedale di Santa Maria Nuova di Firenze. Originario cimitero delle Ossa formatosi nel corso del primo Trecento, nel trascorrere dei secoli modifica la propria architettura senza perdere l’originario significato di ‘luogo della rimembranza’. Tale significato si accresce con l’eredita pervenuta nel 1868 dal conte Angiolo Galli Tassi al quale viene dedicato un tempietto celebrativo. La costruzione – progettata dall’architetto Angiolo Caprilli – terminerà nel 1873 e comporterà l’avvio della riorganizzazione dell’ambiente ad essa circostante quale Pantheon commemorativo dei benefattori dell’ospedale. Attraverso l’analisi delle fonti storiche è stato possibile ricostruire l’immagine del luogo prima delle manomissioni operate tra gli anni Sessanta e Settanta del Novecento.
Parole chiave: Angiolo Galli Tassi; ospedale di Santa Maria Nuova; sculture funerarie; luoghi della rimembranza.
La diocesi come laboratorio nell’età della Controriforma: la pratica del battesimo e il caso di Osimo, di Alessio Chiodi
This article aims to illuminate the sources of the synodal acts on conditional baptism, through the analysis of three documents produced by the diocese of Osimo, near Ancona, in 1593, 1661 and 1721. The analysis of the synodal acts demonstrates that a diocese, as a regulatory entity, was entitled to articulate its regulatory activity on the ground of the directives issued at the Council of Trent as well as on the basis of other ancient catholic sources, either patristic, biblical or derived from Doctors of the Curch, like Saint Augustine or Thomas Aquinas. The case of Osimo testifies a certain leeway in the choice of the areas of intervention (which cannot be identified in other dioceses’ archival documents) but also in treating the ancient jurisprudence according to the purposes every bishop pursued in his own community, thus turning a diocese into a testing ground for Reformation and Counter-reformation initiatives.
Keywords: Osimo, conditional baptism, salvation, synodal acts
Il presente elaborato prevede uno studio di tre documenti della diocesi di Osimo, in provincia di Ancona, risalenti agli anni 1593, 1661 e 1721, letti secondo un preciso scopo. Obiettivo della ricerca è individuare le fonti dei decreti sinodali relativi alla tematica del battesimo sotto condizione, dimostrando come la diocesi, in quanto ente legiferante, sappia articolare il proprio intervento giuridico facendo ampio uso non solo delle direttive tridentine, bensì anche delle fonti antiche, siano esse patristiche, bibliche o dei dottori della Chiesa come ad esempio Sant’Agostino o Tommaso d’Aquino. Nel caso di Osimo, ciò denota una certa libertà nello scegliere non solo i campi di intervento (spesso assenti in documenti di altre diocesi), ma anche nel gestire la materia giurisdizionale antica secondo le finalità che ogni vescovo intende perseguire nella comunità da lui gestita, trasformando la diocesi in un vero e proprio laboratorio riformistico e controriformistico.
Parole chiave: Osimo, battesimo sotto condizione, salvezza, sinodi diocesani
La confraternita della Purificazione di Maria Vergine e l’istituzione di una Casa dei catecumeni a Livorno tra il Settecento e il Novecento, di Samuela Marconcini
Thanks to the special privileges granted by Ferdinand I Medici at the end of the XvI century, the Jewish community of Livorno enjoyed civil and religious freedom to an extent unknown in Florence, where Jews, confined in a ghetto, had also to face the challenges set up by the opening of a house of the Catechumens (1636), intended to obtain their conversion to Catholicism. In Livorno, instead, economical considerations made such an institution inappropriate: during almost the entire XVIII century Grand-ducal authorities opposed the attempts made by the local Brotherhood of the Purification to open one in the town. Yet a local scholar’s recent casual discovery of two registers belonging to a Livorno’s house of Catechumens along with letters sent to the sister institution in Florence clearly indicate that a house of Catechumens was actually open in Livorno in the 1790s, thus prompting further research.
Keywords: catechumens, conversions, Jews, Livorno
Grazie agli speciali privilegi concessi da Ferdinando I de’ Medici alla fine del Cinquecento, la comunità ebraica di Livorno godeva di ampie libertà civili e religiose sconosciute a Firenze, ove gli ebrei, confinati nel ghetto, a partire dal 1636 dovettero affrontare anche le sfide poste dall’apertura di una Casa dei catecumeni, tesa ad ottenere la loro conversione al cattolicesimo. A Livorno invece considerazioni di tipo economico sconsigliavano la creazione di un simile istituto e per quasi tutto il Settecento le autorità granducali si opposero ai tentativi messi in atto dalla locale Confraternita della Purificazione per aprirne una in città. Tuttavia, il recente, fortuito, ritrovamento, da parte di uno studioso locale, di alcuni documenti riconducibili ad una Casa dei catecumeni labronica e la corrispondenza da questa avuta con l’omologo istituto fiorentino, ne confermano l’effettiva presenza a partire dagli anni Novanta del Settecento, lasciando aperto il campo ad ulteriori ricerche.
Parole chiave: catecumeni, conversioni, ebrei, Livorno
Governare l’Italia napoleonica: militari e civili fra centralismo parigino e resistenze territoriali, di Fabio Bertini
This research looks at the French and Napoleonic power, in the Italian territories not included within the Kingdom of Italy, from 1796 to 1814. The purpose is to investigate the relationship between the Napoleonic central and peripheral authorities, and between the local powers and the French authorities from the Directory, to the Consulate and the Empire. Everywhere, the different forms of the peripheral power (commissarial, gubernatorial, sovereign), were subject to influences from above and from below. On one hand elites and populations resisted the new government; on the other the Imperial power itself often jeopardized the functioning of the system.
Keywords: Napoleonic Italy, governors-general, forms of Napoleonic power, Napoleonic generals, Napoleonic Bureaucracy, center and periphery.
Questa ricerca guarda al potere napoleonico, dal 1796 al 1814, nei diversi territori italiani non inclusi nel Regno. L’intento è studiare il sistema di relazioni tra il governo periferico e quello centrale napoleonico e tra le controparti locali e le autorità francesi, dal Direttorio al Consolato e all’Impero. Ovunque, le diverse forme del potere (commissariale, governatoriale, sovrano) appaiono condizionate in alto e in basso. Da una parte, vi erano le resistenze di élites a popolazioni; dall’altra, c’era il potere imperiale che spesso rendevano difficile rendere effettivo il funzionamento del sistema.
Parole chiave: Italia napoleonica, Governatori generali, Forme del potere napoleonico, generali napoleonici, burocrazia napoleonica, centro e periferia.
L’azione dell’Anppia e della Vvn per il riconoscimento degli ex perseguitati dal fascismo e dal nazionalsocialismo (1945-1961), di Camilla Poesio
The different political stages of the Italian Republic and the West German Federal Republic deeply influenced the activity of the Italian Associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti (Anppia) and the German Vereinigung der Verfolgten des Naziregimes (vvn). Their political and social weight was strictly connected to the political framework in which they operated. From 1945 to the beginning of the Sixties the associations of Nazi and Fascist victims played an educational, and international role, along with a function in the provision of Welfare and Social Security. A comparative approach not only allows to highlight the specific actions of the two associations, but also emphasizes their different level of influence on legislation and on national cultures in relation to the diverse political, social, cultural, economic acknowledgment of the victims of former regimes.
Keywords: Antifascism, Associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti (Anppia), vereinigung der verfolgten des Naziregimes (vvn), Reparation, Politics of Memory
Le diverse fasi politiche della Repubblica italiana e della Repubblica federale tedesca influirono profondamente sulla vita dell’associazionismo postbellico. Il peso politico dell’Associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti (Anppia) e della Vereinigung der Verfolgten des Naziregimes (vvn) fu strettamente legato al quadro politico in cui esse si mossero. Dall’immediato dopoguerra agli inizi degli anni Sessanta le due associazioni ricoprirono un importante ruolo informativo, assistenziale-previdenziale e internazionale. L’approccio comparato mette in luce non solo le specificità di azione delle due associazioni, ma anche il loro diverso grado di influenza sugli assetti normativi e sulle culture nazionali in riferimento al riconoscimento politico, sociale, culturale e economico delle vittime dei passati regimi.
Parole chiave: antifascismo, Associazione nazionale perseguitati politici italiani antifascisti (Anppia), vereinigung der verfolgten des Naziregimes (vvn), risarcimenti, politiche della memoria