ABSTRACTS

Modelli assistenziali cittadini nel contado della Toscana interna (secoli XIII-XV), di Andrea Barlucchi,
Il saggio si propone lo scopo di verificare l’esistenza e il funzionamento, nei secoli finali del Medioevo, di un sistema di assistenza sanitaria e attenzione al cosiddetto disagio sociale nei territori soggetti a Firenze, Siena e Arezzo creato e mantenuto dalle istituzioni locali su modello urbano nel quale, cioè, le istituzioni laiche svolgono un ruolo di primo piano. La ricerca si incentra su 14 comunità abitate da una popolazione compresa, prima della Peste Nera, fra 1.000 e 5.000 persone.
Parole chiave: Assistenza; ospedali; contado; Toscana medievale.

Citizen welfare models in the contado of inland Tuscany (centuries XIII-XV), by Andrea Barlucchi,
The essay aims to verify the existence and functioning, in the final centuries of the Middle Ages, of a welfare system in the territories subject to Florence, Siena and Arezzo created and maintained by local institutions on an urban model, in which secular institutions play a leading role. The research focuses on 14 communities inhabited by a population of between 1,000 and 5,000 people before the Black Death.
Keywords: Welfare; Hospitals; Countryside; Medieval Tuscany.

 

L’acqua e i disastri naturali: il grande “diluvio” del 1557 a Firenze e in Toscana (Parte I), di Andrea Zagli,
Il lavoro si fonda su nuove ricerche d’archivio relative ad un avvenimento conosciuto, citato storicamente ma poco studiato: la grande inondazione dell’Arno nel settembre 1557. Un disastro naturale di notevoli dimensioni che non si esitò a definire “diluvio” e che colpì l’intero bacino del fiume, dal Casentino al Valdarno superiore, dalla città di Firenze al Valdarno inferiore e pisano provocando distruzioni e gravi danni in un vastissimo territorio. Un avvenimento che immediatamente i contemporanei paragonarono alla precedente alluvione che aveva colpito la città e la memoria collettiva nel 1333. In questa prima parte della ricerca verranno analizzati il contesto in cui avvenne il disastro naturale e come fu narrata la cronaca degli avvenimenti sulla base delle informazioni che emergono dalle fonti narrative, da quelle edite e dalle fonti epistolari (diari, lettere, carteggi ufficiali). Le conseguenze sulla città e la successiva politica delle acque messa in atto dal principato mediceo sono introdotte e saranno analizzate, sulla base di un’ampia ricerca sulle fonti inedite, nella seconda parte di questo lavoro in corso di pubblicazione nel successivo numero della rivista.
Parole chiave: Disastri ambientali e alluvioni; politica urbana e territoriale; Firenze e la Toscana alla metà del ‘500.

Water and natural disasters: the great “deluge” of 1557 in Florence and Tuscany. Part I, by Andrea Zagli
This work is based on new archival research related to a well-known event, historically cited but not so much studied: the great flooding of the Arno River in September 1557. It was a natural disaster of considerable dimensions that one did not hesitate to call a “deluge” and that affected the entire river basin, from the Casentino to the Upper Valdarno, from the city of Florence to the Lower Valdarno and Pisa, causing destruction and serious damage over a vast territory. An event that immediately contemporaries compared to the previous flood that had affected the city and collective memory in 1333. In this first part of the research, the context in which the natural disaster occurred and how the chronicle of the events was narrated will be analysed based on the information emerging from narrative, edited and epistolary sources (diaries, letters, official correspondence). The consequences for the city and the subsequent water policy implemented by the Medici principality are introduced and will be analysed, on the basis of extensive research on unpublished sources, in the second part of this paper being published in the next issue of the journal.
Keywords: Environmental disasters and floods; land and urban policy; Florence and Tuscany in the mid-16th century.

 

I tweet del generale napoleonico Pietro Teulié (1769-1807): le iscrizioni militari dell’ospedale di San Luca a Milano, di Alessandra Mita Ferraro
Il saggio indaga un aspetto della comunicazione politica di Pietro Teulié fino ad ora rimasto nell’ombra. Il generale napoleonico che nel 1801 fu il regista e il promotore del ricovero per veterani, invalidi e orfani di guerra nell’ex convento di San Luca a Milano, volle che le pareti dell’edificio fossero decorate con pitture di uomini d’arme corredate da epigrafi in lingua italiana. Scritture esposte dunque, brevi e incisive, come i tweet, di facile memorizzazione che intendevano esaltare e educare i cittadini al valore militare e al sacrificio per la patria. La lingua italiana usata per le iscrizioni avrebbe potuto e dovuto divenire il fondamento della nazione indipendente, che nel 1801 ancora si credeva realizzabile: una scelta stilistica che di lì a breve sarebbe stata impiegata in tutto il Risorgimento.
Parole chiave: Media, Epigrafia italiana, Pietro Teulié.

The tweets of Napoleonic general Pietro Teulié (1769-1807): the military inscriptions in the hospital of San Luca in Milan, di Alessandra Mita Ferraro
The paper investigates the political communication of Pietro Teulié which has so far remained in the shadows. The Napoleonic general who in 1801 was the director and promoter of the shelter for veterans, invalids, and war orphans in the former convent of San Luca in Milan, wanted the walls of the building to be decorated with paintings of men-at-arms accompanied by epigraphs in Italian. Short and incisive sentences, like tweets, easy to memorize had the aim of exalting and educating citizens about military valour and sacrifice for the Homeland. The Italian language used in the epigraphs could and should have become the foundation of the independent nation, somethingwhich, in 1801, was still believed to be achievable. Epigraphs as a stylistic choice that will soon be used throughout the Risorgimento.
Keywords: Media, Italian epigraphy, Pietro Teulié.

 

Una piana in Marcia. Componenti sociali, politiche, culturali nel cuore della “rivoluzione fascista” in Toscana (1921-1923), di Andrea Giaconi
Nel corso dei decenni, il fascismo fiorentino è stato considerato tra i casi celebri del processo di trasformazione dello Stato in regime. Il presente contributo intende prendere spunto dalle dinamiche fiorentine, prima, durante e dopo la Marcia su Roma (tra il febbraio 1921 e il dicembre 1923) per inserirle nel sistema più ampio della Piana Firenze-Prato-Pistoia. L’intenzione è quella di cogliere ulteriori spunti che vadano a meglio delineare la formazione provinciale del regime, le sue radici identitarie, le sue componenti, la loro tanto rapida quanto congiunturale convergenza negli ultimi giorni dell’Ottobre 1922, gli elementi comuni e le differenze per larga parte motivate dai contesti cittadini, dalle sfumature socioeconomiche e politico-culturali distintive dei singoli circondari. Lo si farà con l’intento di comprendere quanto il fattore locale e le formazioni individuali possano aver condizionato la realizzazione dell’evento eversivo e, viceversa, quanto di reale vi fosse nella mitologia rivoluzionaria del fascismo provinciale.
Parole chiave: fascismo, Marcia, regime, Piana Firenze-Prato-Pistoia, rivoluzione (mito della).

A Plain on the march. Social, political, cultural components in the heart of the “fascist revolution” in Tuscany (1921-1923), by Andrea Giaconi 
Over the decades, Florentine fascism has been considered among the famous cases of the transformation process of the state into a regime. This paper would take inspiration from the Florentine dynamics, before, during and after the March on Rome (between February 1921 and December 1923) to insert them into the broader system of the Florence-Prato-Pistoia plain. The intention is to gather further ideas that can better outline the provincial development of the regime, its identity roots, its components, their fast and cunjunctural convergence in the last days of October 1922, the common elements and the differences for the most part motivated by the city contexts, by the distinctive socio-economic and political-cultural nuances of the individual districts. It’ll be done with the intention of understanding how much the local factor and individual development may have conditioned the making of the subversive event and, vice versa, how much reality there was in the revolutionary mythology of provincial fascism.
Keywords: fascism, March, regime, Firenze-Prato-Pistoia plain, revolution (myth of).

 

Una conversione sulla via di Damasco? La formazione sionista di Emilio Sereni e la sua influenza sul leader comunista, di Andrea Bonfanti
In anni recenti, la letteratura scientifica sul leader comunista Emilio Sereni è cresciuta notevolmente. Molti di questi studi, però, hanno assunto acriticamente una sua “conversione” dal sionismo al comunismo, specialmente stalinista. Finora, quindi, molte delle continuità con i suoi anni formativi di sionista sono state ignorate. Questo articolo vuole rimediare a ciò, dimostrando le continuità tra Uriel (il nome scelto da Emilio come sionista) e il leader del PCI Sereni. In un vasto arsenale di esempi possibili, intendiamo concentrarci su due questioni. La prima riguarda uno studio onomastico e identitario per comprovare che ‘Uriel’ continuò ad esistere nella mente del leader comunista. La seconda è la strategia economica che Sereni elaborò nel secondo dopoguerra e che trova le sue origini nella formazione del giovane sionista. Il saggio si inserisce in una più ampia offensiva contro visioni di una ‘conversione meccanica’, problematizzando miti che circondano Sereni ed aprendo nuovi percorsi per indagini sulla storia del comunismo.
Parole chiave: Emilio Sereni; Partito comunista italiano; sionismo; comunismo; conversione.

A conversion on the way to Damascus? Emilio Sereni’s Zionist background and its influence on the communist leader, by Andrea Bonfanti
The Scientific literature on the communist leader Emilio Sereni has grown considerably lately. Many of these studies, however, have uncritically assumed his ‘conversion’ from Zionism to communism, especially Stalinism. So far, many of the continuities with his formative years as a Zionist have been ignored. This article seeks to remedy this by demonstrating the continuities between Uriel (Emilio’s chosen name as a Zionist) and PCI leader Sereni. In a vast stock of possible examples, we intend to focus on two issues. The first concerns an onomastic and identity study to prove that ‘Uriel’ continued to exist in the communist leader’s mind. The second is the economic strategy that Sereni devised after the Second World War and which finds its origins in the young Zionist’s formation. The essay is part of a broader offensive against visions of a ‘mechanical conversion’, problematising myths surrounding Sereni and opening up new avenues for investigation into the history of communism.
Keywords: Emilio Sereni; Italian Communist Party; Zionism; communism; conversion.

 

Italiani Cattiva Gente? Anti-Italian Stereotypes and the Obfuscation of War Crimes in German Perpetrator Narratives from the Italian Theatre of War, by Helen Roche – Dario Pasquini
Anti-Italian stereotypes proved central to the defence strategy of German war criminals, such as Albert Kesselring, who were tried in the early post-war period for war-crimes committed in Italy. This article identifies a number of recurring tropes which repeatedly come to the fore in accounts given by Kesselring and other German generals and officers who fought in the Mediterranean theatre, both in the testimonies given during Kesselring’s trial, and in later memoirs. These tropes include the castigation of Italians as “traitors”, the idea that testimonies by Italians were effectively worthless, false, or at the very least exaggerated, and the equation of innocent women and children with dangerous partisans. It then draws a connection between the use of these anti-Italian stereotypes in an immediate post-war context, where they functioned as key pillars in the construction of the myth of the ‘clean Wehrmacht’ in Italy, and its subsequent anchoring in German judicial and diplomatic praxis and public discourse up to the present day.
Keywords: Kesselring, war crimes, massacres, World War II, Germany, partisans.

Italiani Cattiva Gente? Stereotipi antitaliani e insabbiamento dei crimini di guerra nelle narrazioni dei responsabili tedeschi nel teatro di guerra italiano, di Helen Roche – Dario Pasquini
Gli stereotipi antitaliani furono un aspetto centrale della strategia difensiva di criminali di guerra tedeschi come Albert Kesselring, che nell’immediato dopoguerra furono processati per crimini di guerra commessi in Italia. Questo articolo individua alcune figure retoriche ricorrenti che emergono ripetutamente nei resoconti di Kesselring e di altri generali e ufficiali tedeschi che avevano combattuto sul fronte mediterraneo, sia nella forma di testimonianze rese durante il Processo Kesselring, sia nella forma di memorie successive. Fra tali figure retoriche ci sono la punizione degli italiani in quanto “traditori”, l’idea che le testimonianze rese dagli italiani fossero prive di valore, false o perlomeno esagerate, e l’equivalenza fra donne e bambini innocenti e pericolosi partigiani. L’articolo inoltre traccia un parallelismo fra l’uso di questi stereotipi antitaliani nel contesto dell’immediato dopoguerra, in cui ebbero un ruolo chiave nella costruzione del mito della “Wehrmacht pulita” in Italia, e il loro conseguente attecchire nella pratica giuridica e diplomatica e nel discorso pubblico fino ai tempi recenti.
Parole chiave: Kesselring, crimini di guerra, stragi, Seconda guerra mondiale, Germania, Resistenza.

 

La Storia del Risorgimento tra Public History e aule universitarie (2000-2022), di Michele Finelli
Scopo di questo contributo, che non ha la pretesa dell’esaustività, è aprire una finestra sulla parabola di Storia del Risorgimento nelle università italiane durante gli ultimi vent’anni, con la consapevolezza che le vicende della ‘disciplina’ non possano prescindere dalle più generali difficoltà incontrate dalle scienze storiche a partire dall’introduzione dell’autonomia universitaria. Presente nel dibattito pubblico, talora con approfondimenti distorsivi, la Storia del Risorgimento, grazie ad una storiografia vivace e feconda, nell’anno accademico 2021-22 sembra essere in leggera ripresa anche negli atenei. Ma ciò non basta. È necessario un rafforzamento del rapporto tra università e docenti delle scuole di ogni ordine e grado, in modo che questo ampio rinnovamento storiografico possa arrivare anche a loro, migliorandone la formazione, vera nota dolente del sistema italiano. In questa funzione di raccordo è fondamentale il ruolo della Didattica della storia e della Public History.
Parole chiave: Risorgimento; Didattica della Storia; Public History; Università.

History of the Risorgimento between Public History and University courses (2000-2022), by Michele Finelli
The purpose of this essay, which does not claim to be exhaustive, is to propose a reflection on the path of the History of the Risorgimento in Italian universities during the last twenty years, with the awareness that the life of the discipline cannot be observed without the general difficulties encountered by the historical sciences since the introduction of the Universities autonomy. Present in the public debate, often with low quality contents, the History of the Risorgimento, thanks to a fruitful historiography, in the academic year 2021-22 seems to be recovering slightly in Italian universities. But this is not enough. It is necessary to strengthen the relationship between universities and schools of all levels, so that this extensive historiographical renewal can reach them and improving their training, a real sore point of the Italian educational system. The role of the Didactics of History and Public History is fundamental in this connection function.
Keywords: Risorgimento; Didactics of History; Public History; University.

 

Manuali scolastici e insegnamento della storia: il caso di Bologna, di Filippo Galletti
L’obiettivo di questo lavoro è analizzare i principali libri di testo di storia in uso nelle scuole secondarie di secondo grado dell’area metropolitana di Bologna e valutarne l’adeguatezza didattica. Attraverso una ricerca interpretativa basata su sei aspetti (finalità, motivazione, correttezza delle informazioni, attività ed esercizi, interdisciplinarità, metodologia e uso delle fonti) si sono potuti identificare risultati ambivalenti. Da una parte, i libri di testo sono notevolmente sviluppati per ciò che concerne le finalità didattiche, la motivazione e le attività in classe; i manuali incentivano il desiderio di apprendere, presentano una veste grafica accattivante ed esercizi che permettono di modulare l’attività didattica in base alle esigenze della classe. Dall’altro, la narrazione storica degli eventi risulta spesso evenemenziale e poco legata a temi rilevanti, sia vicini alla quotidianità degli studenti che alla più recente storiografia accademica; altrettanto degni di una revisione sembrerebbero gli aspetti legati ai nessi tra discipline diverse e all’uso delle fonti.
Parole chiave: Didattica della storia; Manuali scolastici, Scuola secondaria di secondo grado, Storia medievale.

School textbooks and the teaching of history: the case of Bologna, by Filippo Galletti
The aim of this work is to analyse the main history textbooks in use in secondary schools in the metropolitan area of Bologna and to assess their didactic appropriateness. Through an interpretative research based on six aspects (purpose, motivation, correctness of information, activities and exercises, interdisciplinarity, methodology and use of sources), ambivalent results were identified. On the one hand, textbooks are considerably developed with regard to the didactic purposes, motivation and classroom activities; the textbooks stimulate the desire to learn, have attractive graphics and exercises that allow the didactic activity to be modulated according to the needs of the class. On the other hand, the historical narration of the events is often evenemmental and unrelated to relevant topics, both close to the students’ everyday life and to the most recent academic historiography; equally worthy of revision would be the aspects related to the links between different disciplines and the use of sources.
Keywords: Didactics of History; Textbooks, Secondary Education, Medieval History.